venerdì 19 febbraio 2010

Cara vecchia radio

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Ieri sera, ore 18.50. Fuori piove che la manda e per la prima volta dopo tanti anni non ho la possibilità di vedere la Juve in diretta. Cerco lo streaming ma si inceppa e allora …… mi viene in mente la vecchia radiolampada che la buonanima di mio zio mi regalò alla 1^ comunione nel lontano 1973. E’ un po’ malconcia, scheggiata, in alcuni punta tenuta da uno scotch veramente d’annata ma non ho mai avuto il coraggio di buttarla. Ora è lì in uno scatolone, la cerco, la tiro fuori, attacco la presa. La lampadina è fulminata (chissà da quando sta lì), ne cerco una nuova, la sostituisco e si accende: mezza luminosità, luminosità intera, tutto ok. Provo la radio: il potenziometro è andato, alzando il volume gracchia alla grande, ma tenendolo fermo si sente discretamente e allora ………. mi metto in sala, chiudo la porta, spengo tutte le luci, accendo la lampada a mezza luminosità e accendo la radio. Come per incanto, mentre ascolto le formazioni e i rumori dello stadio (cosa a cui vedendola in tv non presti molta attenzione) mi vengono in mente emozioni e sensazioni ormai datate località e battaglie sportive impolverate, vittorie esaltanti (Budapest, Magdeburgo, i due Manchester, Donetz, Atene con l’AEK) e sconfitte cocenti (Dresda, Monchengladbach) e tante altre, vecchie di più di trent’anni.Manca mio padre che entra ogni quarto d’ora e si siede 5 minuti per sentire come và, ma al suo posto c’è mio figlio che più o meno fa la stessa cosa. E ritrovo sensazioni dimenticate: il boato del gol della squadra di casa, il silenzio del gol della squadra in trasferta, l’immaginarsi le azioni mentre vengono descritte, il chiudere gli occhi e volare con la fantasia fino allo stadio con la sensazione di stare assistendo alla partita dall’alto. E all’improvviso non mi dispiace più non vederla in tv, perché il pensiero torna a quei tempi, agli Altafini, Anastasi, Haller, Causio, Capello e Bettega, Marchetti e Spinosi, capitan Salvadore, oltre, nota nostalgica, ai tanti parenti che non ci sono più. Alla fine è una vittoria come fu una vittoria l’ultima volta che sentii la partita con quella radio (3-0 allo Sparta Praga con gol di Rossi, Briaschi e Tardelli). E’ bello essere juventini, nonostante tutto. Leggo che ad Amsterdam c’era uno striscione che diceva “Grazie a Dio non sono juventino”. Contenti loro. Parafrasando il titolo di un recente topic io so invece che “Non è da tutti essere juventino”.

BASILEA84 - J1897NETWORK.COM

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