martedì 10 maggio 2011

Analisi di uno juventino sconvolto

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E ringraziamo il cielo che siamo giunti alla fine, perché questo campionato è stato davvero un agonia. E adesso siamo alla fine davvero, perché oramai queste ultime due partite che mancano sono totalmente inutili. La Juventus quest’anno è stata davvero unica nel buttare le partite già vinte, sono usciti fuori dei limiti che sono stati probabilmente più grandi di qualsiasi altro discorso, e tutto questo l’ha spiegato bene Delneri, dicendo apertamente che la sua Juve non è una grande squadra. Psicologicamente fragile, che non riesce a gestire mai un risultato positivo e che non può mai essere serena, per portare a casa le partite tranquilli serve almeno un 3-0, e invece si rischia addirittura di perdere una partita nel giro di due minuti, e ci siamo salvati per poco. Senza contare che si prendono gol davvero assurdi, anche su calcio piazzato, e da quel momento non gestisci più nulla perchè la follia prende il sopravvento e sopraggiungono invece altri componenti, sfortuna in primis, che braccano questa Juve con poca quadraduta e la fanno scomparire. E tutto questo non è accettabile. Nel giro di un minuto la squadra è totalmente scoppiata, allo sbando, ha preso un gol e come al solito è crollata di testa, sprofondando nel baratro. E non ce la si può prendere con l’arbitro o con la sfortuna, se poi Chiellini sulla riga invece di spingere la palla in rete, la butta col petto sul pallo, e non ce la si può prendere con nessuno se poi i pali che prendi tu non tornano indietro come vorresti, al contrario di quelli che prendono gli avversari. Bisogna solo fare autoanalisi, mettersi l’anima in pace e capire che qualcosa per il prossimo anno va cambiato, perché questa squadra fa la Squadra solo quando ne ha voglia, e quando deve fare la partita la sbaglia sempre. A Roma e a Milano vince, poi in casa con le piccole scoppia.


Sbaglia sempre i primi tempi, anche oggi troppo blandi, ha poca attenzione e non arriva mai alla partita con l’approccio giusto, e tutto questo si chiama mentalità, una mentalità che va ritrovata. In casa poi, sono stati fatti solo 14 punti una mare di gol, una sofferenza continua con chiunque, su contropiede e non, sempre affannati nel tentare di portare a casa il risultato. Questa non è Juve. Alla fine dispiace un po’ per Delneri, ma sono stati gettati davvero troppi punti, e questo ulteriore pareggio era nell’aria, in un campionato piuttosto mediocre dove si doveva fare molto meglio. Invece con tutti i punti persi, si è riusciti ad arrivare settimi, un risultato davvero assurdo, senza contare che con lo stadio nuovo e con il Palermo forse in finale di Coppa Italia, l’anno prossimo non si giocherà neanche l’Europa League. Anche Marotta per la prima volta si è lasciato andare e ha fatto capire che Delneri è a rischio, e soprattutto per il discorso psicologico più che tattico, perché è vero da una parte che le enormi colpe ce l’hanno i giocatori, alcuni anche importanti, ma dall’altra è vero anche che questi blackout totali e questo approcci alla gara sbagliati derivano sempre da errori compiuti dallo staff tecnico. Qui non ci sono più discorsi da fare, del cuore, della grinta messo in campo e della caparbietà, è inutile arrabbiarsi ancora. Questo doveva essere il primo vero anno della ricostruzione, con Delneri ancora sulla panchina della Juventus per due anni, per poi ricominciare a vincere con un allenatore 
superiore.

E invece, questa specie di ulteriore progetto fallito, fa si che non basteranno forse quei famosi 3-4 leader da comprare, ma purtroppo, in versione sempre più interista, dovremo oltre che vendere molto, prendere un altro allenatore che, in questo momento, può essere solo Mazzarri, sperando che ci sia davvero un budget solido da spendere. Col rischio però di uno stravolgimento tattico, che, se sommiamo i problemi di maturità e di mentalità all’interno dello spogliatoio, non sappiamo quanto potrà giovarci. Se ci sarà il cambio di allenatore, dovremo augurarci uno scossone, e un cambio di regime, perché questa Juventus è davvero lontana, anche solo con la testa, alla vera Juve. Ma il futuro è un grande punto interrogativo, e probabilmente come hanno sbagliato i giocatori (tanti non all’altezza della Juventus) e come ha sbagliato Delneri, bisogna guardare anche più in alto, anche perché è triste che le sorti del tecnico vengano decise solo in questa settimana, e tutto questo significa non essere capaci a gestire certe situazioni, tra proprietà e dirigenza. Per fare un progetto importante, devi sapere in anticipo come muoverti, perché l’allenatore c’entra molto col progetto tattico che una società ha in mente, perchè dipende dai giocatori che si sceglie. E se ci mettiamo dentro il discorso de riscatti da fare, chi comprare e chi vendere, diventa un bel mix di punti interrogativi. In questo momento, solo tanta rabbia per un'altra annata non da Juventus, e chissà quando quel bianconero sarà di nuovo tanto splendente.

di Tiziano Salvatori

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