domenica 31 luglio 2011

Con Pirlo a centrocampo si deve giocare a 3

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Dopo una quindicina d’anni (P.Sousa), dalle parti di Torino si è pensato che per fare una squadra di calcio bisogna che ci sia qualcuno con buoni piedi e visione di gioco in mezzo al campo. Un periodo di tempo che non a caso coincide con l’assenza di trofei internazionale. Solo la presenza di Zidane nei primi anni aveva camuffato questa lacuna; per il resto, con i vari Tacchinardi, Davids, Emerson, Blasi e Vieira (per non parlare di Tiago, Sissoko, Marchisio, F.Melo) non si era mai provveduto ad avere questo ruolo fondamentale in una squadra di calcio:
bastava una trasferta in Grecia o Germania per vedere il centrocampo della Juve giocare a palla avvelenata con i tifosi delle tribune. Anche se Pirlo arriva a 32 anni, va bene lo stesso: 1-2 anni del migliore tra gli eroi di Germania 2006 e del Milan ancelottiano servirà forse per risvegliare il tifoso juventino dal torpore della non-qualità cui è stato condannato dal 2000 in poi, non-qualità a cui lo stesso tifoso si è colpevolmente adagiato.

Da solo però non basta: ci vuole la squadra intorno, ovviamente, a cominciare dal reparto in cui dovrà operare: il centrocampo. Un po’ di ragionamento e uno sguardo alle esperienze calcistiche del passato fa capire subito che un giocatore come Pirlo non può essere messo in un centrocampo in linea, a 2 o a 4 che sia. In ogni squadra che ha vantato un centrocampista-gioiello il modello di centrocampo è stato sempre lo stesso:
1 mediano-incontrista / 1 regista-fantasista  / 1 incursore tuttofare

Era così nella migliore Juve di sempre, quella di Platini, con il francese supportato da Bonini e Tardelli. Avendo a riferimento lo stesso Pirlo, nel Milan di Ancelotti era affiancato da Gattuso e Ambrosini. L’Inter del 2010, al di là delle ladrate, presentava Cambiasso e Stankovic a fianco di Sneijder. Lo stesso Barça dei sogni ha Keita (o Busquets) e Iniesta al fianco di Xavi, anche se la classe di questi ultimi li fa sfuggire ad ogni definizione.

In tutte queste squadre, poi, il reparto avanzato era composto da 3 elementi liberi di inventare o creare scompiglio: i nostri Briaschi-Rossi-Boniek, o i vari Kakà-Inzaghi-Scheva, Eto’o-Milito-Pandev, per non parlare ancora dei fuori categoria Henry(Villa)-Messi-Eto’o (Pedro).

Non si può infatti porre la classe e l’estro in un centrocampo in linea, che implica necessariamente maggiore limiti nella posizione in campo e non offre adeguate soluzioni una volta in possesso palla.
Non è questo un problema per la rosa attuale della Juve, che sembra anzi fatta apposta per convergere verso un 4-3-3: per affrontare il campionato italiano attuale Pazienza come mediano va più che bene, e se si arriverà in Champions andrà ripreso F.Melo per il ruolo; mentre Vidal, se mantiene le promesse, è perfetto per il ruolo da n° 8, con Marchisio valido sostituto all’occorrenza.
E in avanti abbiamo già i 3 con le giuste caratteristiche: Matri, prima punta ma completo come giocatore, con Quagliarella e Krasic che assicurano il giusto dinamismo abbinato a pericolosità, come si richiede ad uno schieramento con 3 punte. Il serbo, infatti, non sembra adatto a garantire copertura della fascia per tutti i 90 minuti, per tutte le partite dell’anno.

Anche la coppia di centrali difensivi si avvantaggerebbe di 3 centrocampisti centrali davanti

Si risolverebbe così il problema di spendere molto per trovare l’esterno sinistro, operazione che tra l’altro determinerebbe uno squilibrio negli assetti di squadra. Mentre tornerebbe sensata la ricerca di una punta tipo G. Rossi o Vucinic: un terzo elemento di qualità per i due ruoli da esterno ci vuole, mentre in una formazione a due punte avremmo invece un eccessivo numero di attaccanti da gestire, con inevitabili mugugni da parte dell’uno o dell’altro.

Dopo un decennio stantìo a livello tattico, e ingenue progettazioni di squadra con annate sciagurate ampiamente prevedibili fin dalle rispettive estati, speriamo che in C.so Galileo Ferraris si ritorni a pensare che nel gioco del calcio, specialmente quello moderno, ci sono poche e semplici, ma fondamentali, esigenze da rispettare. Sarebbe un peccato non valorizzare al meglio un grande campione che siamo riusciti a portare a Torino.

Thomas Masciovecchio

1 commenti:

  • 31 luglio 2011 alle ore 11:12
    Onore alla Juve :

    Concordo che un 433 andrebbe meglio per gli interpreti che ci sono. Certo è che, l'aver preso Pirlo prima dell'allenatore, sepppure è una bella notizia, comunque rompe gli equilibri della squadra che aveva in testa il mister, amante del 424 o 442

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