venerdì 22 novembre 2013

"Gli anni del Re - La Juve di Michel Platini". Recensione del @Corsport

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La bella recensione del Corriere dello Sport per "Gli anni del Re"
http://www.corrieredellosport.it/340/2013/11/18-341467/La+Juventus+di+Platini+e+%22le+Regole+e+il+sudore%22

LA JUVE DI PLATINI 

Il fiato sospeso della Curva, dove ero incastrato da almeno quattro ore, la traiettoria perfetta della punizione, l'inutile volo di Tancredi. Sono passati trent'anni, la mia Roma riuscì poi a vincere quello scudetto, ma ricordo ancora perfettamente la rabbia e l'ammirazione per la prodezza firmata Platini, in quel Roma-Juventus 1-2 del 1983. Era bellissimo da vedere, il grande Michel, uno di quei campioni del calcio - come Riva, Rivera, Maradona - rispettati anche dagli ultras delle squadre rivali. Platini in campo era classe, tecnica, eleganza, tutte caratteristiche che ritroviamo nel bel libro del bravo Stefano Discreti, romano de' Roma ma di inossidabile fede juventina. Il sodalizio tra la Juventus e Platini durò cinque anni, dal 1982 al 1987, sufficienti a vincere tanto, con quella che per molti - l'autore compreso - è stata la Juventus più bella: due scudetti, una Coppa dei Campioni, una Intercontinentale, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea. Discreti racconta queste cinque stagioni, dalla faticosa trattativa per portare Platini a Torino, alla prima grande delusione (la sconfitta di Atene contro l'Amburgo nella finale di Coppa dei Campioni), fino ai tanti successi in bianconero. In mezzo, il buco nero della tragedia dell'Heysel, dopo il quale qualcosa evidentemente si spezzò nella testa del campione francese. E poi il rapporto con Agnelli e Boniperti, l'amicizia e la rivalità con Boniek, le gioie e le delusioni. A impreziosire il libro, le testimonianze di un nugolo di juventini doc, e le foto di Salvatore Giglio, tra cui naturalmente la più famosa di tutte, quella di Platini sdraiato sul prato di Tokyo dopo l’annullamento di una sua splendida rete nella finale dell'Intercontinentale, il braccio sinistro a reggere la testa, un dio sceso in terra incapace di comprendere come mai gli umani hanno appena preferito il Regolamento alla pura Bellezza.

GLI ANNI DEL RE, la Juve di Michel Platini; di Stefano Discreti, prefazione di Roberto Beccantini, Ultra Sport edizioni, 287 pagine, 29,50 euro. 



giovedì 14 novembre 2013

"La Juve di Michel Platini" @stefanodiscreti racconta

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Raccontare per me la Juve di Platini è come mettere un bambino davanti a un enorme cesto di caramelle, concedendogli poi la possibilità di sceglierne tante quante ne desidera.
Mi auguro che un giorno mio figlio Gabriele si appassioni alla Juventus così come mio padre Antonio lo ha reso possibile per me.
Ci sono state (e sicuramente ce ne saranno ancora) tante belle Juventus forti e competitive nella storia della Vecchia Signora. Ma mai nessuna amata tanto quella di le Roi Michel, come ricorda anche l’amico scrittore Sandro Veronesi nel libro “Scrittori in bianconero” .
“La Juve più amata? Indubbiamente quella di Platini, Boniek e Paolo Rossi.”

E' anche e soprattutto la mia Juve, quella a cui sono più legato affettivamente.
Quella che, grazie anche al pressing di papà, mi ha convinto a sposare la causa bianconera per tutta la vita, finchémortenoncisepari.

D'altronde la Juve del primo Trap è stata indiscutibilmente la più forte della storia. Come si sarebbe mai potuti rimanere insensibili dinanzi a cotanta bellezza?

Ci sono due grandi rimpianti temporali nella mia vita da tifoso:

a)    Non aver potuto ammirare dal vivo le gesta di Omar Sivori, un talento così estroso del quale sono sicuro che mi sarei perdutamente innamorato.

b)    Soprattutto però non esser nato qualche anno prima, il che mi avrebbe consentito di ammirare per intero, giorno dopo giorno, tutto il primo strepitoso ciclo Trapattoni sulla panchina della Juventus.

Era la Juve dello stile di Gianni Agnelli, della concretezza di Umberto e della voglia di vincere di Boniperti.

Era la Juve di Zoff-Gentile-Cabrini-Furino-Brio-Scirea-Tardelli-Bettega.

Era la Juve del collettivo con Brady direttore d’orchestra.

Doveva diventare la Juve di Rossi e Boniek.

In poco tempo divenne la Juve di Michel Platini.

E tanti come il sottoscritto si sono innamorati del calcio e sono diventati tifosi della Juventus proprio custodendo gelosamente il poster in camera e sognando di notte le prodezze di quel numero 10 che incantava le platee giocando con la maglia sempre fuori dai pantaloncini. Un’immagine talmente romantica che oggi nel calcio moderno non sarebbe nemmeno pensabile.

Caro «Le Roi», grazie di tutto da chi, bambino, sognava di emulare le tue gesta su punizione rompendo però le finestre dei vicini di casa.

@stefanodiscreti


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