La bella recensione del Corriere dello Sport per "Gli anni del Re"
http://www.corrieredellosport.it/340/2013/11/18-341467/La+Juventus+di+Platini+e+%22le+Regole+e+il+sudore%22
LA JUVE DI PLATINI
Il fiato sospeso della Curva, dove ero incastrato da almeno quattro ore, la traiettoria perfetta della punizione, l'inutile volo di Tancredi. Sono passati trent'anni, la mia Roma riuscì poi a vincere quello scudetto, ma ricordo ancora perfettamente la rabbia e l'ammirazione per la prodezza firmata Platini, in quel Roma-Juventus 1-2 del 1983. Era bellissimo da vedere, il grande Michel, uno di quei campioni del calcio - come Riva, Rivera, Maradona - rispettati anche dagli ultras delle squadre rivali. Platini in campo era classe, tecnica, eleganza, tutte caratteristiche che ritroviamo nel bel libro del bravo Stefano Discreti, romano de' Roma ma di inossidabile fede juventina. Il sodalizio tra la Juventus e Platini durò cinque anni, dal 1982 al 1987, sufficienti a vincere tanto, con quella che per molti - l'autore compreso - è stata la Juventus più bella: due scudetti, una Coppa dei Campioni, una Intercontinentale, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea. Discreti racconta queste cinque stagioni, dalla faticosa trattativa per portare Platini a Torino, alla prima grande delusione (la sconfitta di Atene contro l'Amburgo nella finale di Coppa dei Campioni), fino ai tanti successi in bianconero. In mezzo, il buco nero della tragedia dell'Heysel, dopo il quale qualcosa evidentemente si spezzò nella testa del campione francese. E poi il rapporto con Agnelli e Boniperti, l'amicizia e la rivalità con Boniek, le gioie e le delusioni. A impreziosire il libro, le testimonianze di un nugolo di juventini doc, e le foto di Salvatore Giglio, tra cui naturalmente la più famosa di tutte, quella di Platini sdraiato sul prato di Tokyo dopo l’annullamento di una sua splendida rete nella finale dell'Intercontinentale, il braccio sinistro a reggere la testa, un dio sceso in terra incapace di comprendere come mai gli umani hanno appena preferito il Regolamento alla pura Bellezza.
GLI ANNI DEL RE, la Juve di Michel Platini; di Stefano Discreti, prefazione di Roberto Beccantini, Ultra Sport edizioni, 287 pagine, 29,50 euro.
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"La Juve di Michel Platini" @stefanodiscreti racconta
Raccontare
per me la Juve di Platini è come mettere un bambino davanti a un enorme cesto
di caramelle, concedendogli poi la possibilità di sceglierne tante quante ne
desidera.
Mi
auguro che un giorno mio figlio Gabriele si appassioni alla Juventus così come
mio padre Antonio lo ha reso possibile per me.
Ci
sono state (e sicuramente ce ne saranno ancora) tante belle Juventus forti e
competitive nella storia della Vecchia Signora. Ma mai nessuna amata tanto
quella di le Roi Michel, come ricorda anche l’amico scrittore Sandro Veronesi
nel libro “Scrittori in bianconero” .
“La
Juve più amata? Indubbiamente quella di Platini, Boniek e Paolo Rossi.”
E'
anche e soprattutto la mia Juve, quella a cui sono più legato affettivamente.
Quella
che, grazie anche al pressing di papà, mi ha convinto a sposare la causa
bianconera per tutta la vita, finchémortenoncisepari.
D'altronde
la Juve del primo Trap è stata indiscutibilmente la più forte della storia.
Come si sarebbe mai potuti rimanere insensibili dinanzi a cotanta bellezza?
Ci
sono due grandi rimpianti temporali nella mia vita da tifoso:
a)
Non
aver potuto ammirare dal vivo le gesta di Omar Sivori, un talento così estroso
del quale sono sicuro che mi sarei perdutamente innamorato.
b)
Soprattutto
però non esser nato qualche anno prima, il che mi avrebbe consentito di
ammirare per intero, giorno dopo giorno, tutto il primo strepitoso ciclo Trapattoni
sulla panchina della Juventus.
Era
la Juve dello stile di Gianni Agnelli, della concretezza di Umberto e della
voglia di vincere di Boniperti.
Era
la Juve di Zoff-Gentile-Cabrini-Furino-Brio-Scirea-Tardelli-Bettega.
Era
la Juve del collettivo con Brady direttore d’orchestra.
Doveva
diventare la Juve di Rossi e Boniek.
In
poco tempo divenne la Juve di Michel Platini.
E tanti come il sottoscritto si sono
innamorati del calcio e sono diventati tifosi della Juventus proprio custodendo
gelosamente il poster in camera e sognando di notte le prodezze di quel numero
10 che incantava le platee giocando con la maglia sempre fuori dai
pantaloncini. Un’immagine talmente romantica che oggi nel calcio moderno non
sarebbe nemmeno pensabile.
Caro «Le Roi», grazie di tutto da chi,
bambino, sognava di emulare le tue gesta su punizione rompendo però le finestre
dei vicini di casa.
@stefanodiscreti
@stefanodiscreti
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