lunedì 28 febbraio 2011

Giochi finiti per il "paroliere ubriaco"

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Dopo un inizio di campionato a dir poco spaventoso, la Juventus sembrava aver preso le giuste misure per raggiungere i traguardi minimi preposti.
I diciotto risultati utili consecutivi, abbelliti dalle impressionanti cavalcate di Milos Krasic e dall'esuberante vena realizzativa di un Fabio Quagliarella inaspettato, delineano quanto di positivo è stato fatto nei primi mesi del nuovo corso, senza tener conto delle innumerevoli critiche verso un calciomercato privo di sensatezza economica.

Giustamente il conto si paga alla fine e i giudizi si basano su somme già tirate, ma arrivati ad un punto in cui, oltre ad aver toccato il fondo, si tenta di scavare ulteriormente, le prove sostanziali acquistano quantità necessarie per giungere a delle conclusioni. Assodato che Andrea Agnelli abbia un esiguo potere decisionale, nonostante gli siano ancora garantiti barlumi di fiducia, mentre Marotta continua a marcire nel bel mezzo della delusione di quattordici milioni di appassionati, l'unico capro espiatorio è proprio Luigi Delneri, il "paroliere ubriaco".

E' quindi l'assenza di un vero motivatore, di un uomo di polso a fare la differenza all'interno di un organico di ventisei calciatori sprovvisti di quella mentalità da tempo concretamente scomparsa. Di fatto, al termine dei novanta minuti di Lecce-Juventus, lo stesso tecnico di Aquileia aveva ammesso la scarsa determinazione di una squadra da cui si pretende tanto, nascondendo in qualche modo le sue responsabilità dietro un mignolo minuscolo. Chiaro, infatti, che l'insufficienza di energie psicologiche possa essere ricollegata all'incapacità dialettica e stimolativa di chi guida lo spogliatoio.
Parliamo spesso di ultimatum dalle gerarchie principali di corso Galileo Ferraris, da cui potrebbero aprirsi tuttora le porte di un addio anticipato. Tuttavia, per la prossima stagione "les jeux sont faits" e per Gigi non è prevista più alcuna panchina...

GIANLUCA SCATENA

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