Il 29 ottobre 2008 si gioca un turno infrasettimanale di campionato. La JUVE, che sta superando la crisi di inizio anno con le vittorie in casa sul Real e nel derby, va a giocare a casa di un Bologna in piena crisi con una formazione a dir poco rimaneggiata, essendo a due cifre il numero dei suoi infortunati. Sarà comunque vittoria bianconera con una doppietta di super Nedved.
La serata di sport però passa in secondo piano per i fatti del dopopartita. All’uscita dello stadio, un gruppo di "non sò come definirli" circonda un padre e il figlio di 15 anni intimando di farsi consegnare la sciarpa bianconera di quest’ultimo. Il padre, Massimo De Vita, pugliese emigrato a Modena per lavoro, fa per opporsi, ciò che induce gli xxxxxx a colpirlo in testa con una pietra. Cade a terra, senza sensi. Va in coma, e si teme per la sua vita. Le prime ore sono disperate.
Fortunatamente la situazione non degenera, e, lentamente, si avranno miglioramenti. In questi casi, però, è difficile riprendersi completamente. E così Massimo, dopo oltre un anno, ha perso parte della funzionalità del braccio destro e subisce forti attacchi di emicrania. Problemi fisici che, tra le altre cose, gli hanno fatto perdere il lavoro di operaio tecnico in un ditta per rimozione di eternit nella provincia di Modena. In Emilia era emigrato ed integrato, lui di origini pugliesi. Anche la moglie è pugliese, e, come lui, ha dovuto lasciare il lavoro a Modena. Dopo il lavoro, hanno dovuto lasciare la casa stessa. Per un emigrato, infatti, perdere il lavoro significa lasciare il posto in cui si vive, e così Massimo e la moglie sono dovuti tornare nella terra d’origine, in casa dei genitori della moglie. In una terra in cui è difficilissimo per tutti trovare nuovo lavoro, specialmente per chi ha fatto una vita da operaio e ora non ha più la piena funzionalità fisica.
Non è difficile immaginare le ripercussioni psicologiche di tutta la vicenda sui figli della coppia, il maschio presente all’aggressione e una ragazza poco più giovane di lui. La vita di una famiglia è stata sconvolta per sempre.
Massimo afferma in un’intervista comparsa in questi giorni in alcune testate giornalistiche ed on-line di provare solo disgusto per il mondo del calcio, di cui non vuole più sentir parlare. Per questo motivo non ha mai accettato l’invito di Cobolli Gigli di andare a Torino a vedere una partita; mentre dall’altra parte ha ricevuto un cesto natalizio inviato dalla presidente Menarini.
La notizia ebbe risalto totalmente minoritario nelle cronache del tempo. A Controcampo, fu data a mezzanotte passata come un accenno, e posta subito dopo una vergognosa ricostruzione moviolistica da parte di Matteo Dotto in cui si fantasticava su espulsioni di Molinaro e Tiago definite nettissime quando invece i replay mostravano l’infondatezza anche di semplici irregolarità. La regìa della trasmissione volle creare un subliminale clima antijuventino prima della notizia, come a suscitare un senso di giustizia per quanto avvenuto. Lo stesso Dotto è colui che solo qualche settimana fa ha detto che Granoche del Chievo dovrebbe diventare l’idolo dei tifosi del Torino perché in una partita ha rotto il naso a 3 giocatori della JUVE.
Solo questo fatto fa capire che non siamo di fronte ad una storia di ordinaria delinquenza. Sempre di questi giorni sono state diffuse sconcertanti dichiarazioni da parte del D.g. del Bologna F.C., tale Luca Baraldi. Oltre ai soliti lagnosi riferimenti agli arbitri (in cui è citata anche la partita di Livorno in cui la JUVE si è vista negare un nettissimo rigore a Diego ed assegnare una inverosimile espulsione a F.Melo), è al limite della denuncia penale la parte finale dell’intervista, in cui afferma che“i bolognesi che tifano Juventus possono stare tranquillamente a casa”, a commento della chiusura del settore dei tifosi Juve.
Un’uscita quanto mai fuori luogo, che invece lascia molto spazio a dubbi concernenti la sua volontaria ambiguità con riferimento ai fatti dello scorso anno. Inutile rimarcare la mancanza di risposta da parte della società Juventus F.C. in queste ore, mancanza che non è difficile prevedere sia mantenuta nel tempo. Mancanza che però non riguarda noi……noi tifosi.
Noi non dimentichiamo, e questa settimana il pensiero è per Massimo, soprattutto.
Che non deve mollare, e non deve darla vinta a quegli xxxxxx
Che deve pensare che nella vita, in mezzo a tale marciume, ci sono sempre persone per cui vale la pena di ricominciare, e di fare sempre qualcosa di buono.
Forza Massimo, prima che forza Juve.
Per quei xxxxxx, invece, c’è un processo in corso, che speriamo li conduca presto nel posto dove meritano
THOMAS EJUVENTUS
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