venerdì 2 luglio 2010

Caro Andrea Agnelli

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Caro Presidente,

tutti noi tifosi guardiamo con attenzione questo mercato, il primo della Sua dirigenza.
Tra critiche, scetticismi ed entusiasmi spesso si oscura il grande lavoro fatto da Lei e da Suoi collaboratori.
Mi permetto di scriverLe perché da tifoso soffro per la mia, la nostra, squadra che viene bersagliata continuamente da ignobili sconfitte sportive ed istituzionali.
Ma nel frattempo guardo con nostalgia ai tempi non molto lontani quando giocatori come Camoranesi, Nedved, Del Piero, Trezeguet, Conte, Di Livio, solo per citarne alcuni, davano il massimo per portare in altro i colori bianconeri.
Sempre più spesso si legge sui giornali di cessioni di nomi un tempo altisonanti. Ebbene non bisogna lasciarsi influenzare dal passato, ma operare con serietà in questo presente.
Ben vengano le cessioni di Trezeguet, Camoranesi e quanti altri, ma il tutto deve avvenire senza mai dimenticarci che siamo la Juventus, squadra con 113 anni di storia gloriosa, e non bastano poche stagioni desolanti per infossare il mito Juve.
Chi si è macchiato di viltà nei confronti non solo della società, ma di tutti i tifosi, è giusto che vada a casa senza se e senza ma, perché la Juve si ama, e chi non la ama non è degno di restare, indipendentemente dal nome o dal numero scritto sulla maglia.
Juve significa sacrificio, impegno, lotta e infine risultati. Troppo spesso nel recentissimo passato ce ne siamo dimenticati. Troppo spesso il distacco tra tifosi e società è diventato insanabile. Troppo spesso la squadra non ha onorato l’impegno preso e la società ha latitato.
Lei porta un cognome oneroso, carico di aspettative, ma dietro di sé ha due angeli custodi: Suo padre e Suo zio, il Dottore e l’Avvocato, anima della Juventus vincente, spirito dello stile Juve.
Proprio in nome dello stile Juve l’attuale dirigenza deve lavorare. No deve farsi abbindolare dai canti delle sirene ma operare concretamente per far crescere la squadra. Tutti, in campo e fuori, devono dare il massimo perché questa è la Juve. Devono rispettare il codice d’onore come tanti altri campioni l’hanno atto prima di loro, da Boniperti e Sivori, portato alla Juve proprio da Suo padre, a Zidane e Del Piero, passando per Platini e tanti altri, campioni o gregari, ruoli che nella Juve erano spesso interscambiabili. E non importa se il giocatore si chiama Dzeko, Diego o Cristiano Ronaldo, tutti sono chiamati a dare il cento per uno, a fare in modo che la maglia a fine partita sia zuppa di sudore, a essere da Juve. Non importa da dove provengono i giocatori o se sono stati considerati mediocri dai più. Avranno il tempo di dimostrare il loro valore, di crescere, ma la società deve ugualmente fare la sua parte, non facendo mai mancare l’appoggio costantemente presente al fianco di giocatori ed allenatore, per incoraggiarli a fare anche scelte coraggiose, anche a lasciare le Bandiere in panchina, pur di portare a casa i tre punti. Mai più devono ripetersi gli esoneri di allenatori alle ultime giornate o alla fine del girone di andata. Questo non è da Juve!
Tutti noi La vogliamo vedere tra i campi di Vinovo durante la settimana, ad incitare e stimolare i giocatori, e anche, perché no, a prenderli in giro come facevano i suoi illustri predecessori che trovavano simpatici nomignoli ai campioni in erba. Vogliamo vederla gioire per ogni gol fatto e bacchettare per ogni gol preso, La vogliamo presente ogni giorno, ma soprattutto La vogliamo vincente!
Presidente, il calcio ha un solo nome ed i suoi colori sono il bianco ed il nero, la prego, ci riporti dove meritiamo di essere.

Antonio Cannatà
Un tifoso

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