lunedì 27 settembre 2010

ESCLUSIVA JUVEMANIA, BONUCCI: “NON È DA JUVE PRENDERE COSÌ TANTI GOL”

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In occasione della presentazione del Gillette Future Champion 2010, concorso per il quale si potrà votare a partire dal 14 ottobre, anche la redazione di Juvemania.it ha avuto modo di rivolgere qualche domanda ad uno dei tre concorrenti, il difensore bianconero Leonardo Bonucci (in concorso con Andrea Ranocchia e Stefano Okaka). Ecco l’intervista completa.
Domanda a bruciapelo: ti immaginavi di arrivare alla Juve e di mettere a segno già 3 gol?
“No, non me lo aspettavo. Fa piacere, ma il mio ruolo è quello di difendere, se poi arrivano i gol è un di più. Quello che conta al momento è che dobbiamo migliorare perché la Juve non può prendere così tanti gol. C’è da dire che in fase offensiva il mio passato di attaccante, che ho svolto fino a 17 anni, mi agevola un po’. Tornando ai gol presi, purtropposiamo ancora un cantiere aperto, dobbiamo lavorare. Giochiamo ogni 3 giorni e riuscire a provare schemi è difficile. Ci alterniamo tra una seduta defaticante e una rifinitura.  Nel poco tempo a disposizione cerchiamo di apprendere quello che ci dice il mister, ma dobbiamo essere bravi a capire in fretta dove sbagliamo.
Giunto alla Juve, non hai esitato a scgliere la maglia numero 19. come mai?
Ho scelto questo numero perché è il giorno di nascita della mia compagna e poi è stato anche il mio motivatore a consigliarmelo.
Già, il motivatore, quanto è importante per te questa figura?
“L’ho conosciuto un giorno a Treviso, in tribuna, e da lì non l’ho più mollato. Mi ha dato tanto in questi anni a livello di autostima, ci sentiamo quasi ogni giorno e lui cerca di trovare in me gli aspetti sempre da migliorare, cattiveria, fame, convinzione…”
A proposito di motivazione, c’è qualche rito particolare che fai prima delle partite?
“No, prima delle partite quello che conta è la concentrazione  su ciò che chiede l’allenatore. Non faccio niente di particolare. A differenza di molti miei compagni, non ascolto musica e non faccio riti”.
Dal Bari alla nazionale (e alla Juve) in un anno. Cosa è cambiato nella tua vita?
“Cerco di essere sempre me stesso, quello che sono me lo tengo stretto e cerco di comportarmi sempre al meglio nella vita privata e nella vita professionale”.
Il compagno che mi ha aiutato di più alla Juventus?
“Giorgio (Chiellini ndr) è stato per alcuni versi determinante. Mi ha permesso di inserirmi velocemente in un mondo totalmente diverso da quello a cui ero abituato”.
Cosa hai pensato quando hai saputo dell’interesse della Juventus?
“Si sono interessate a me tante squadre l’anno scorso, ma sono rimasto concentrato sul Bari prima e sulla nazionale poi. Quando ho saputo della Juve, poi ho scelto senza esitare. È il massimo per un calciatore e non ci ho pensato su due volte”.
Qual è stato il tecnico che ti ha dato di più?
Non ho dubbi a dire Ventura, mi ha aiutato a passare dalla C di Pisa alla A con il Bari. 
Il gioco dei pugliesi, d’altronde, è conseguenza di tanto lavoro settimanale e testimonianza della grande preparazione del mister”.
Giovedì prossimo avrai di fronte Mancini, il tecnico che ti ha lanciato in serie A…
“E’ vero, mi ha fatto debuttare tra i grandi nel 2006, lo ringrazierò sempre e giovedì lo ringrazierò di persona anche perché devo anche a lui se sono arrivato fin qui.”
In italia si punta poco sui giovani, ti sei dato una spiegazione?
“La pressione esterna dei media, dei tifosi in Italia è forte, vogliono sempre di più e chi deve decidere non rischia i giovani puntando sull’esperienza. Mentre in Spagna e Inghilterra a 21 anni già si hanno sulle spalle tra 50 e 70 partite da titolare”.
Se pensi al futuro, dove ti vedi nel 2014?
“Spero di ritrovarmi a giocare la prossima coppa del mondo con la maglia azzurra”

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