martedì 21 dicembre 2010

L'imparzialità che non c'è: da Palazzi a Bergonzi

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No, non ci lamentiamo del solito pareggio strappato a morsi dai clivensi, non siamo qui a biasimare il mezzo passo falso di Verona, anche perchè, ovviamente, sarebbe a dir poco incoerente e non avrebbe alcun senso, considerando la solita vivacità di una squadra che del cuore, dell'anima e della forza muscolare ne fa un pregio unico e fondamentale.
La Juventus vista domenica scorsa non ha fatto una piega. Il suo gioco di coraggio e di caparbietà è stato espresso nel migliore dei modi. E' inutile arrampicarsi sugli specchi cercando escamotage negli errori di Vincenzo Iaquinta e Milos Krasic, giustificati dall'impegno profuso nell'intera durata del match. Più che altro, a mio avviso, il fattore che da quattro anni a questa parte ha determinato le sorti dei bianconeri dentro e fuori dal campo e che proprio due giorni fa è stato rilevante ai fini del risultato, è da rivedere nell'assenza di un principio di imparzialità rivelatasi talmente decisiva e distruttiva da spedire una squadra di storia secolare in serie B. L'esempio lampante di imparità di trattamento, ma anche e soprattutto di doppiopesismo, rispecchia l'identikit del signor Palazzi, il quale, nell'estate che da tempo definisco "dei turbamenti", non ha fatto mancare la sua probabile "antipatia" verso la società bianconera, sputando l'idea dell'esistenza di una cupola capitanata da Luciano Moggi e non considerando le numerose intercettazione uscite nel corso di quest'ultima annata.
Ma, chiaramente non è tutto, perchè nel '06, dopo le prime intercettazioni uscite quasi alla rivalsa  il 2 Maggio, bastarono esattamente 86 giorni per sentenziare la condanna della Juventus, mentre oggi, dopo l'esposto firmato dal presidente Andrea Agnelli e presentato al medesimo Palazzi circa 5 mesi orsono, ancora non sono state tratte delle conclusioni. Un'ingiustizia che riproduce, attualmente, il comportamento di alcuni direttori di gara che, a quanto pare, non si pongono scrupoli. Ora è evidente quanto in Italia ci sia una tendenza esagerata che porta a prendersela in maniera maniacale con la classe arbitrale, ma forse anche noi Juventini, che da anni abbiamo patito le conseguenze di una mancata obiettività, abbiamo il "diritto" di estraniare ogni tanto il nostro piccolo sentimento di frustrazione contro chi lo merita. 
In questo caso il bersaglio non può che essere Mauro Bergonzi, arbitro che nella nostra recente storia ha già provocato danni per niente leggeri, come un Napoli-Juventus che ha visto i partenopei spuntarla grazie ad alcuni favorini meschini. Capita, nel calcio come nella vita si può sbagliare, errare è umano, ma quando poi si persevera, quello che all'inizio è un dubbio in fase embrionale diventa pura realtà. E la realtà ci conferma che questa Juventus ha semplicemente bisogno di un pizzico di lealtà ed equilibrio, nonostante la sua esistenza sia ancora poco gradita.
GIANLUCA SCATENA

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