Oramai definire la Juve di questa stagione è complicato. Sicuramente è una squadra che può vincere e perdere con tutti, ironicamente s’intende. Perdere si, ma con dignità, non come si è perso a Lecce, contro una squadra nei bassi fondi della classifica, con la difesa peggiore del campionato e con 7 giocatori indisponibili. Se questo è un incubo svegliateci al più presto perché si rischia un tracollo come quello visto lo scorso anno.
Il fattore che salta agli occhi di tutti è senz’altro l’atteggiamento della squadra scesa in campo per confermare quello di buono fatto contro l’Inter la domenica scorsa; cioè una squadra attenta, preparata atleticamente, concentrata : beh tutto questo non c’è stato; abbiamo visto una Juve svuotata a livello psicologico, scadente a livello di tenuta atletica; una squadra che a detta del presidente Agnelli non ha dovuto farsi nemmeno la doccia al rientro negli spogliatoi. Le colpe vanno divise in tutti ireparti dallo staff tecnico ai giocatori. Però soffermiamoci sulla direzione tecnica, sull’allenatore; incapace di gestire la tensione domenica dopo domenica, di non trasmettere la giusta cattiveria alla squadra e di no saperla preparare a livello psicologico. Il famoso DNA Juve non c’è più dai tempi di Lippi e Capello e dalla Triade tranne per il primo anno di Ranieri al risalita in serie A dove la rabbia agonistica fece arrivare terza quella juve meno forte di questa. I bianconeri dopo l’eliminazione dall’Europa erano diventati addirittura favoriti ad arrivare nei primi posti della classifica proprio per il mancato impegno europeo a differenza di Roma, Milan, Inter, Napoli. Il quarto posto è lontanto ben 7 punti e vedendo giocare le altre pretendenti (Lazio, Udinese) un calcio decisamente migliore di quello dei bianconeri, le speranze di arrivare quarti sono molto poche a patto di un cambiamento drastico della stagione. Il cambio dell’allenatore come qualcuno sperava, non risolve i problemi di una squadra, però al mister è arrivato il momento di chiedere qualcosa in più in primis alla sua persona (si ricordi che non sta allenando la Sampdoria) e poi alla squadra che ritrovi al più presto la cattiveria di ottenere il risultato. il dott Agnelli ha chiesto 36 punti nelle ultime 12 partite di campionato; è un segnale forte che tutti sono in discussione, dallo staff tecnico ai giocatori.
Nella Juventus che si conosceva arrivare secondo era un fallimento perchè non te lo puoi permettere: oggi, stiamo sperando in un misero quarto posto da agguantare magari all’ultima giornata per salvare la stagione. Come è cambiata la Juve….
EMANUELE MASSARELLI
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