JUVENEWS.NET - Prima di scrivere del nostro momento sento l’obbligo di ringraziare ancora una volta il fondatore di Juvenews e chi ne sta continuando l’opera. Attraverso loro ci ritroviamo virtualmente nel bar sotto casa esaltandoci (?) o deprimendoci (troppe volte) per quel che combinano i nostri “eroi”. Tutto avviene in tempo reale consentendoci di far, subito, decantare sensazioni spesso irrazionali , dettate dal momento. E così anche stavolta dopo esserci sfogati, possiamo analizzare con maggior serenità la terza sconfitta consecutiva. Sicuramente la meno grave, ma che desta motivi più seri di riflessione
Meno grave per diversi motivi che elenco schematicamente: La nostra situazione di classifica ancor prima dell’incontro con il Milan era in pratica compromessa e difficilmente proprio contro i primi della classe potevano riaccendersi nuove speranze. I miracoli nel calcio capitano, ma sono meno frequenti di quel che si pensi.La contingenza del momento ha obbligato l’allenatore a scelte che non consentivano di opporsi in maniera efficace allo strapotere specie in mezzo al campo dei rossoneri, forse si può discutere qualche cambio, ma difficilmente la sostanza e il risultato, sarebbero cambiati La partita è stata in linea con i proclami societari che annunciavano a inizio stagione la nostra Juve in grado di giocarsela con tutti pur non essendo tra le più forti. In realtà a freddo si può dire che la nostra squadra abbia tenuto discretamente senza, è vero, dare l’impressione di poter vincere, ma non trovandosi mai e in balia degli avversari, se non ci si lascia impressionare dal possesso palla del Milan che in realtà, ha impensierito poche volte Buffon. La squadra è parsa molto più volitiva e meno confusionaria e sicuramente attenta, rispetto a Lecce e Bologna pur al cospetto di un avversario di caratura nettamente differente.
Riallacciandomi proprio a quest’ultima considerazione vado a considerare i motivi che dovrebbero far riflettere la dirigenza:
L’impotenza manifestata prima che subissimo il gol e anche dopo, è stata disarmante. Anche il Lecce contro i rossoneri è riuscito a fare meglio.L’evidente differenza qualitativa in tutti i settori che dovrebbe farci capire quanto sia difficile e complesso il lavoro di ricostruzione. Oltre la qualità a vantaggio del Milan vi è la quantità. Non si può dimenticare che solo nella zona nevralgica i rossoneri dispongono di ben otto elementi, contro i nostri quattro che sono nelle condizioni a noi ben note.Infine l’organizzazione di gioco nettamente superiore e la personalità dei singoli ben distribuita tra difesa, centrocampo e attacco. Disporre di gente come Nesta, Silva, Gattuso, Van Bommel, Ibra , per citarne qualcuno,mette al riparo anche da involuzioni occasionali. E in questo senso noi non ne possiamo vantarne nemmeno uno e forse non è proprio un caso che dopo il ritiro di PAVEL sia venuta meno, completamente, la prerogativa di cui necessiti una squadra che nutra ambizioni.
Fare oggi il tiro al piccione su Delneri sarebbe del tutto inutile. Chi di dovere ci farà conoscere le sue determinazioni a fine stagione. Indubbiamente il friulano ha denotato limiti di cui si è ampiamente dibattuto e mentre in precedenza si è appuntato lo sguardo sulla fase difensiva, attualmente anche quell’offensiva è pietosa. Tre tiri in quattro partite e un solo gol sono dati che non ammettono giustificazioni. Ma cambiarlo oggi non avrebbe senso. Il mio auspicio è che si sfruttino le restanti partite per verificare chi effettivamente possa in futuro giovare alla causa bianconera. Personalmente insisterei molto su Traorè che a sprazzi fa intravedere barlumi di un potenziale buon calciatore. Come pure proverei Sorensen nel suo ruolo naturale anche in ottica mercato, perché vi confesso di cominciare a nutrire seri dubbi sulle effettive qualità di Chiello, di là dalla generosità, che potenzialmente sarebbe possibile anche piazzare ricavando una discreta cifra. Stesso discorso vale a mio avviso per Marchisio di cui francamente ancora oggi non riesco a individuare il ruolo effettivo. Marotta proprio ieri sera ha confermato che in estate si privilegerà la qualità, ma io mi permetto di far rilevare che a giugno chiuderemo l’esercizio con un passivo tra i 50 e i 60 milioni, che per riscattare almeno Matri , Quagliarella e Aquilani, anche rinnovando i prestiti. occorrono quindici, venti milioni. Lasciando invitabilmente, considerando i risultati, cadere le altre opzioni ci ritroveremmo comunque con un problema numerico. Per acquistare tre giocatori di qualità occorrono almeno 35-40 milioni. Il tutto fa complessivamente circa 120 milioni in un’ipotesi riduttiva.
E dove stanno questi soldi?
PASQUALE LARA
PASQUALE LARA
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