domenica 13 novembre 2011

Alla riflessione della FIFA della FIGC e di chi ha potere nel calcio

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LA POSTA DEI LETTORI

Una considerazione illuminante mi ha fatto capire come stanno realmente le cose nel calcio.
Scopro l’acqua calda, ma a volte le considerazioni più semplici illuminano la mente su talune incongruenze.
La Juventus è stata condannata nel 2006, mandata in serie B, depauperata dei suoi giocatori migliori, subendo un danno d’immagine incalcolabile ed un danno economico ingente.

Tutti i nemici, dopo avere messo per anni la squadra alla gogna, esultarono felici per essere riusciti a togliersi dalle scatole una squadra troppo vincente. Oggi sappiamo tutti come sono andate le cose (lo avevo capito da subito). Questa storia provoca in me un senso di profonda amarezza e frustrazione per una palese ingiustizia. Altre ingiustizie mi vengono in mente, tra queste quella dell’Italia contro la Corea del Sud nel 2002, che ci costò i mondiali, per colpa dell’arbitro corrotto Moreno. L’Irlanda del Trap, truffata dalla Francia, ci ha rimesso la partecipazione al mondiale del 2010. Potrei aggiungere molti altri episodi di truffe reali, ma penso che quelle citate bastano per dare senso a ciò che sto per affermare.
In Italia spesso i tifosi, i responsabili societari, i calciatori, gli allenatori, si indignano a turno, quando subiscono decisioni arbitrali avverse. Molto spesso a ragion veduta, qualche altra volta meno.
La FIFA, la FIGC alcune volte si indigna e punisce, con un metro variabile a seconda della temperatura, chi viola il regolamento del gioco del calcio. Altre volte gira la testa da un’altra parte e si fa finta di niente.
Mi chiedo come mai per evitare presunti imbrogli, favoritismi, malcontenti, non si utilizza la tecnologia che abbiamo a disposizione, in modo da risolvere il problema arbitrale origine di tutti i mali del calcio?
La domanda è provocatoriamente retorica, perché la risposta è ovvia: Il potere logora chi non ce l’ha.
Senza il potere non si possono fare favori in cambio di altri favori, non si possono produrre vantaggi o svantaggi a senso unico o a convenienza.
Come tifoso juventino già prima del 2006, quando sentivo dire peste e corna su una juve fortissima e vincente, auspicavo l’uso della tecnologia.
In primis per non sentire l’odiosa ed inopportuna parola “rubate”.
Seguendo le partite della mia squadra del cuore, con lo spirito disinteressato ed onesto che mi ha sempre contraddistinto, vedevo molti più torti che favori.
L’uso della tecnologia  in campo, magari l’uso di un monitor a disposizione del quarto uomo (che al momento è una figura quasi inutile) renderebbe le cose più giuste. Non si sarebbe potuto mandare l’Italia a casa. Non si sarebbe impedito all’Irlanda di partecipare ai mondiali al posto della Francia. Non si sarebbe potuto eliminare una squadra come la Juventus che stava diventando imbattibile come l’attuale Barcellona.
Dalla preistoria ad oggi il più forte sopprime il più debole. Migliaia di anni trascorsi con pochissimi cambiamenti.

Giuseppe Distefano

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