
Giusto dedicare un po’ di attenzione a Sissoko che è stato molto importante in un passato recente. Non dimentichiamoci le grandi prestazioni che ha offerto con continuità a partire da quando è arrivato a Torino (gennaio 2008) fino al suo serio infortunio al piede (febbraio 2009). Un girone di ritorno ed uno di andata in campionato ed il girone Champions condotti alla grande, da giocatore crack: grazie ad una grande esuberanza atletica, la sua caratteristica principale, ovvero la capacità di interdire il gioco avversario e rubare palloni, era interpretata al massimo livello tanto da far entusiasmare i tifosi in un fondamentale di gioco che abitualmente passa in secondo piano; a ciò era anche abbinato un notevole apporto allo sviluppo della manovra con frequenti e poderose percussioni palla al piede, con dribbling o attacco degli spazi vuoti altrettanto entusiasmanti. Di colpo divenne quello che più di tutti incarnava l’indomito spirito agonistico che ha da sempre caratterizzato la nostra squadra, divenendo ben presto l’idolo dei tifosi. Capace di esaltarsi nelle serate più importanti (Inter, Milan, Roma, Champions) l’impatto sulla nostra squadra fu devastante e di lui si disse ben presto che fosse stato l’unico colpo della gestione di Secco. Le sue prestazioni non potevano non attirare le attenzioni dei grandi club europei, e si vociferava soprattutto del Barcellona di Guardiola, ma a queste voci i tifosi sul web rispondevano che sotto i 25-30 milioni non se ne parlava proprio: anzi, di un giocatore tanto forte e giovane, che aveva segnato una svolta nella ricostruzione post-2006, non bisognava assolutamente privarsene.
Di tutto questo, purtroppo, si è perso traccia. Cerchiamo di capire un po’ il perché. Vi sono fattori soggettivi, tra cui il brutto infortunio al piede del febbraio 2009, di cui ha risentito sia dal punto di vista psicologico che atletico, anche perché alla Juve nuovamente siamo ricaduti nell’errore di voler potenziare muscolarmente i nostri giocatori: è infatti evidente il numero di chili messi su dal maliano, ciò che ne ha minato la brillantezza atletica, base di tutto il suo gioco. Credo che anche le polemiche sul razzismo dello scorso autunno abbiano un po’ minato il suo attaccamento all’ambiente, o comunque fatto scemare l’entusiasmo che caratterizza chi venga a vestire la maglia della Juve e che lui aveva dimostrato di avere. Soprattutto, la tragedia familiare dello scorso marzo ha sicuramente segnato la vita di quello che è pur sempre un giovane ragazzo di 25 anni. Fatto sta che, accanto ad una perdita di dinamismo fisico, è evidente in lui un calo di carica agonistica, come fosse rassegnazione: non ci sono più gli occhi della tigre.
Ma i giocatori non sono stelle fisse, ed il loro rendimento va considerato sempre in riferimento al contesto di squadra: al momento del suo arrivo a Torino, la Juve era ancora basata sui cosiddetti “veterani”, giocatori dalla grande classe e la cui maturità gli aveva sviluppato una grande intelligenza calcistica. Sulle fasce, gli ultimi Nedved e Camoranesi garantivano più appoggi sicuri che folate negli spazi; e analogamente Del Piero in avanti. Se consideriamo che l’altro centrocampista era Cristiano Zanetti si capisce come un elemento di rottura in grado di fornire cambi di ritmo era necessario ma anche gestibile dagli altri elementi della rosa. Con la (scellerata) rivoluzione dello scorso anno, è cambiato il panorama intorno a Sissoko: l’assetto tattico della squadra non era più ben definito e i vari Diego, Felipe Melo, Marchisio non avevano nemmeno una parvenza del senso posizionale dei vecchi campioni. Tutto ciò ne ha decretato la pessima annata, evidenziando piuttosto i limiti che non i pregi del giocatore: anzi, sembra che abbia perso anche questi, e che non sia capace nemmeno più di essere una presenza significativa in fase di difesa, trovandosi spesso fuori posizione e facendo falli inutili. Limiti che sono emersi anche in questo precampionato: se Del Neri vuole puntare su ali veloci ed un gioco di rimessa sulle fasce, il contrario di quello che accadeva con la Juve di Ranieri, è chiaro che i centrocampisti centrali devono ritornare ad essere brillanti nel senso della posizione ed eccellenti nella gestione del pallone, con visione di gioco e tecnica di base notevole. Caratteristiche in cui Sissoko difetta, ed ecco che continuiamo a vedere un lontano parente del bel giocatore che all’inizio abbiamo tutti ammirato e che infondeva rispetto agli avversari.
Giungendo alle conclusioni, è bene quindi ricordare quello che Sissoko è stato per noi, riconoscendogli meriti sportivi, attaccamento alla maglia e capacità di ridestare entusiasmo tra i tifosi. Soprattutto, bisogna avere rispetto della persona, ad ancora pochi mesi da una grave tragedia. Ciò nonostante, siamo in un ambiente professionistico e competitivo, per cui le cose devono funzionare: è forse il caso di valutare, per il bene suo e della Juve, una eventuale separazione delle strade.
Viene anche da suggerire una soluzione per non rimanere nel vago. A Roma c’è il suo mentore Ranieri (lo aveva fatto esordire in prima squadra a 18 anni ai tempi del Valencia), e sempre a Roma c’è un giocatore che farebbe proprio al caso nostro: Pizarro, quel tipo di regista che a noi manca da decenni e che sarebbe una manna per il tipo di squadra che stiamo costruendo. Uno scambio (da valutare le condizioni economiche) sarebbe una soluzione che potrebbe soddisfare tutti, considerando che se è vero che la qualità del cileno non si può paragonare a quella di Sissoko, è vero che a favore del maliano gioca una considerevole differenza di età. La piazza giallorosa accetterebbe di buon grado, mentre noi usufruiremmo di un regista coi fiocchi, ciò che ci cambierebbe letteralmente la prospettiva di squadra per almeno un paio di stagioni (Pizarro ha 30 anni). Con un giocatore come il cileno, non si tratterà più di soffrire ad ogni singolo pallone e ad ogni partita, ma potremmo ambire comodamente ad un posto Champions. Intervenendo sull’attacco e i terzini il prossimo anno potremo allora lanciare la sfida all’ Inter, stavolta a ragion veduta.
THOMAS EJUVENTUS