martedì 8 marzo 2011

DRAMMATICAMENTE JUVE

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C’era un sogno che si chiamava Juve e nella scorsa estate Andrea Agnelli ha provato a realizzarlo. Ma non è questa la Juve che tutti si aspettavano. Non è questa. Non è la squadra che in questo 2011 finora maledetto ha conquistato 10 punti su 33 frutto di 3 misere vittorie, 1 pareggio e ben 7 sconfitte di cui le ultime 3 consecutive. Numeri da zona salvezza, tanto per intenderci.
Era un sogno cominciato con al timone il ritorno di un Agnelli, Andrea, che voeva far rivivere i fasti di un tempo quando la Juve era la Juve. Per il momento il progetto, il sogno si è infranto davanti una realtà sportivamente drammatica puntando su uomini apparentemente non all’altezza della juve, marotta e paratici, e su del neri allenatore preparato, ma anche lui non adatto al blasone juventino e forse più adatto a squadre medie come Chievo Atalanta e Sampdoria dove ha svolto un bel lavoro e forse lo rimpiangono. Non solo l’allenatore, ovviamente, è il responsabile dello scempio juventino; anche lo staff dirigenziale ha le sue colpe: beppe marotta indicato da molti come il migliore sulla piazza per sostituire e non far rimpiangere il n°1, cioè luciano moggi, ha fallito in questo primo anno di juve scegliendo su indicazione del mister e del suo alter ego, fabio paratici, i giocatori, sperperando comunque il denaro messo a disposizione dalla proprietà. Ci sembra alquanto bizzarro spendere 15 milioni di €  per bonucci quando il napoli li spende per Cavani, oppure i 12 milioni di Martinez giocatore meno impiegato grazie ai suoi infortuni. 12 nuovi giocatori in estate più altri soldi spesi a gennaio per Matri (ottimo acquisto in prospettiva), Toni (solo ingaggio) e Barzagli per rimediare agli errori estivi.  La mancanza di programmazione, di un progetto serio, atto a far competere la juve come un tempo, la confusione, la mancanza di un leader vero : queste le risultanti della stagione bianconera. Anche i vari Buffon Chiellini DelPiero, Iaquinta, Marchisio sembrano aver smarrito il Dna juve, quello della tenacia, quello del non arrendersi mai, quello del lottare su ogni pallone fino al fischio finale dell’arbitro. È questo l’aspetto più preoccupante della squadra : giocatori psicologicamente deboli, atleticamente svuotati,  senza stimoli, senza senso di appartenenza alla maglia.  Tutti fattori, però, legati al lavoro dell’allenatore incapace di trasmettere tutto questo alla squadra con conseguenze ben visibili ogni domenica. Perché la squadra non corre, non combatte, non gioca a calcio? Un cambio di allenatore a 10 giornate alla fine del campionato comporta sempre dei rischi che nessuno in casa juve vuole prendersi ma fallire per il secondo anno consecutivo l’accesso ai preliminari di champions league sarebbe un ulteriore danno economico e d’immagine per la juve che si ripercuoterà ovviamente anche sul mercato estivo. Presidente ci pensi…una telefonata a Luciano?

EMANUELE MASSARELLI 

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