mercoledì 10 febbraio 2010

Zac, il destino è nel modulo

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Mancavano poche giornate alla fine del campionato 2008-2009 quando la dirigenza juventina ha deciso di esonerare Claudio Ranieri. Il tecnico romano, oltre a non aver dato uno straccio di gioco alla squadra, aveva dimostrato di essere in confusione totale in molte situazioni: schierando un'errata formazione iniziale molto spesso con giocatori fuori ruolo, non leggendo le partite in corso, non utilizzando proficuamente le sostituzioni, bruciando giovani talenti rimpiazzati da giocatori più anziani e dallo stipendio più oneroso. E' emblematica la scelta di mercato alquanto discutibile di vendere per 7,5milioni di euro un giovane talento del vivaio come Antonio Nocerino di anni 23 per puntare sul danese Christian Poulsen di anni 28, acquistato per circa 10milioni di euro con un ingaggio di 3milioni per quattro anni, già sofferente di pubalgia. Non poteva mancare anche la ciliegina sulla torta: scartare l'allora giocatore e regista del centrocampo del Liverpool Xabi Alonso perché definito lento proprio da Ranieri. Al tecnico del “Testaccio” bisogna dare atto anche di qualcosa di positivo: non aver cambiato il modulo di gioco ovvero il 4-4-2 cucito ad arte dal mister Fabio Capello ed ormai nel dna della squadra e l'aver istruito la difesa bianconera in modo eccellente nell'applicazione della tattica del fuori gioco. Nel girone di ritorno del campionato scorso, Ranieri aveva deciso che durante la fase d'attacco la difesa della Juve dovesse posizionarsi sulla linea di centrocampo ottenendo il risultato nefasto di subire puntualmente gol in contropiede gettando alle ortiche possibili vittorie e mettendo in discussione l'obiettivo minimo della qualificazione in Champions. Per rimediare a questa tendenza negativa ed ottenere l'accesso alla Champions si è quindi deciso di esonerare Claudio Ranieri ed ingaggiare il promettente, ma inesperto, Ciro Ferrara. L'esordio del neo tecnico Ferrara sulla panchina della Juve è stato molto positivo soprattutto perché il nuovo allenatore ha arretrato sulla propria trequarti campo la linea difensiva in fase di attacco. La Juve centra il secondo posto che vale l'accesso diretto in Champions ed i tifosi sono felici di avere come allenatore una vecchia gloria bianconera che nell'immaginario generale avrà sicuramente imparato molto da tecnici del calibro di Marcello Lippi e Fabio Capello. Purtroppo, dopo qualche vittoria nella fase iniziale del campionato in corso, il buon Ciro Ferrara ha evidenziato tutti i propri limiti e, complice una buona dose di sfortuna che ha falcidiato la squadra con molti infortuni di natura traumatica, si è reso protagonista di uno dei momenti più bui della storia bianconera. Dopo la faraonica campagna acquisti e l'ingaggio dell'acclamato trequartista Diego, Ferrara aveva puntato in maniera decisa sull'applicazione di specifici moduli di gioco per esaltare le doti del talento brasiliano non curandosi, in sede di mercato, della mancanza di un regista a centrocampo per l'impostazione del gioco e della carenza di qualità della difesa nel ruolo dei terzini. Definitivamente abbandonato il 4-4-2 , Ciro Ferrara decide l'utilizzo dei seguenti moduli: 4-3-1-2, 4-2-3-1, 4-2-2-2, 4-1-3-1-1 con il risultato negativo che ha prodotto il suo inappellabile esonero. Squadra senza gioco e sempre in confusione, Diego mai in partita e sempre lontano dalla porta avversaria, Felipe Melo con compiti di regista di centrocampo, attacco sterile, tutti i record negativi battuti, in poche parole: un disastro completo! A salvare il salvabile di una stagione ormai pesantemente compromessa con la Juve fuori da tutte le competizioni, la dirigenza bianconera decide di affidare la guida tecnica della squadra ad Alberto Zaccheroni, un allenatore di fede interista (allenata nella stagione 2003-2004) fermo dal 2007 (esonerato dal Torino!), che ha sempre applicato un solo modulo di gioco: il 3-4-3. Il 31 gennaio scorso, esordisce sulla panchina della Juve in casa contro la Lazio. La partita finisce 1-1 ed al termine dell'incontro Zaccheroni dichiara ai microfoni di aver schierato la squadra con il modulo 4-3-1-2 per non stravolgere da subito l'operato di Ferrara. Nella partita successiva, giocata fuori casa contro il Livorno e pareggiata 1-1 con i bianconeri in rimonta, Zaccheroni decide di applicare il suo amato modulo 3-4-3 avanzando Grosso e Caceres sulla linea di centrocampo senza compiti difensivi. Analizzando la partita, la disposizione dei giocatori in campo ha ricalcato all'inizio un 3-4-2-1, con Diego e Del Piero a supporto di Amauri, che poi si è evoluto in un 3-6-1 con il brasiliano n°28 a stazionare a centrocampo ben lontano dalla porta e con Del Piero fuori da ogni azione di gioco. Insomma, il rischio che si profila è di sommare confusione a confusione compromettendo anche la difesa ovvero l'unico reparto fino ad oggi schierato in maniera corretta. Le dichiarazioni e le espressioni di Cannavaro a fine partita sono state eloquenti. L'infermeria pare inizi finalmente a svuotarsi ed è inconfutabile che l'unico modulo conosciuto ed applicato dalla Juve in modo proficuo sia il 4-4-2 di capelliana memoria. La squadra commette troppi errori in fase di impostazione e nelle ripartenze, inoltre, mancano le fonti di gioco ed il movimento dei giocatori senza palla. Diego ha bisogno di una collocazione tattica più offensiva, magari come seconda punta accanto a Trezeguet o Amauri. De Ceglie, dice il suo ex allenatore Chiarenza, è un centrocampista esterno sinistro e non un terzino. Saprà Zaccheroni tessere la tela che gli è stata affidata?

(Massimiliano- Combriccola Romana)

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